Che cosa ci ha insegnato l’estate 2025?
Intanto, che la nostra valle è un luogo meraviglioso, dalle grandi potenzialità, in buona parte inespresse. E che ancora di più le ha la Chiesa di San Restituto, per la sua capacità di attrazione, di meraviglia e di suggestione. Abbiamo respirato un senso di comunità e di interesse anche da amici e turisti che mai avevano frequentato questi luoghi e ne sono rimasti affascinati. Dibattiti sull’attualità dell’informazione e il mondo ecclesiale, concerti, spettacoli teatrali per grandi e piccini, mostre: arte, cultura e curiosità, insomma. Un mix di motivazioni, sostenute dal desiderio di capire la complessa attualità che stiamo vivendo (guerre, ma non solo), animate però da un grande desiderio di buone relazioni. Come è stato dimostrato lo scorso 9 agosto, d’altronde, dal partecipato incontro alla messa presieduta dal cardinale Roberto Repole, arcivescovo di Torino e di Susa e dai successivi e conviviali pane e salame.
Che cosa ci ha insegnato l’estate 2025?

Abbiamo compreso, dal coinvolgimento silenzioso di tante e tanti volontari, che ci si può impegnare per il bene comune anche se è faticoso, anche se talvolta c’è il rischio di scivolare nelle baruffe condominiali. Ecco, ci è stato chiaro una volta di più che, pur nel nostro piccolo, si può provare a dare una testimonianza diversa. Abbiamo lavorato molto bene con l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Federico Marocco: il gioco di squadra è la miglior soluzione per promuovere il nostro territorio.
Tecnicamente, poi, abbiamo sperimentato una nuova formula di amplificazione all’interno della chiesa e installato una postazione multimediale con un grande schermo a colori.
Dal punto di vista religioso, infine, abbiamo capito che sarebbe l’ora di tirarci su le maniche. Siamo un popolo strano noi italiani, lo sappiamo: magari frequentiamo poco Santa Romana Chiesa, ce ne ricordiamo a qualche festa comandata, però se non c’è una messa alla tal ora o il sacerdote non risulta disponibile perché impegnato altrove, protestiamo come quando eliminano bancomat o uffici postali dalla nostra comfort-zone. Ma non è la stessa cosa.
Dovremmo forse organizzarci e imparare, come accade nella vicina Francia già da tempo, a gestire le “messe asciutte” nelle domeniche in cui non c’è il parroco a celebrare: preparandosi bene, studiando, facendo formazione. Potrebbe essere una linea di impegno, tale da rendere la nostra comunità un interessante laboratorio di dialogo e d’innovazione nelle relazioni (un po’ come piaceva all’indimenticato don Paolo Molteni). Ma su questi aspetti scriveteci, fateci sapere le vostre idee e i vostri suggerimenti alla casella amici@sanrestituto.it
Come Associazione Amici di San Restituto ci daremo da fare. Nei prossimi mesi cercheremo di mantenere i contatti anche con voi che avete avuto modo di conoscerci tramite il nostro sito rinnovato, che amplieremo e terremo aggiornato.
Che cosa ci ha lasciato l’estate 2025?
In montagna ci si sta preparando all’inverno. Legna da parte, tubi e fontane da chiudere per evitare le gelate. E lo straordinario scenario del foliage dai mille colori caldi che ci sta accompagnando in questo autunno venato poi da una particolare tristezza. Nel piccolo cimitero di San Restituto abbiamo accolto il 23 settembre scorso l’ennesimo giovane affidato al Signore delle cime: è Matteo Franzoso, sciatore azzurro, morto per un terribile incidente sulle piste in Cile (nella foto qui sotto diffusa dalla Fisi, la Federazione italiana sport invernali).

Si aggiunge ai tanti, troppi, che recentemente ci hanno lasciato e che riposano con lui a San Restituto: Davide “Diuz” Mazzina (a maggio, neppure cinque mesi fa), Cala Cimenti (nel 2021) e Margherita Beria d’Argentina (2017). Sono persone che non si sono risparmiate, appassionate della vita e della montagna. Dei “resilienti”, un po’ come il nostro San Restituto e che hanno avuto coraggio.
Lo lasciano in eredità a noi perché, a qualunque generazione apparteniamo, non abbiamo timore a ragionare di futuro.